5 Lezioni dopo 5 Anni da Imprenditore Digitale

5 lezioni che ho imparato in 5 anni da imprenditore digitale. Tra alti e bassi, passi avanti e passi indietro. Forse il viaggio più bello della mia vita.

5 lezioni in 5 anni

Tabella dei contenuti

Il 30 aprile 2012 è stato il mio ultimo giorno da lavoratore dipendente.

Tanti altri hanno lasciato il proprio lavoro dopo di me, qui alcuni esempi:

  • Benedetto XVI, ex Papa
  • Beatrix Wilhelmina, ex Regina d’Olanda
  • Matteo Renzi, ex Primo Ministro

Insomma quello che per me è stato un passo enorme, viene fatto da tante persone in cerca di qualcosa di diverso, di più, di meglio. Nel mio caso, era un passo per diventare un imprenditore digitale.

Voglio mettere subito le cose in chiaro: in questi 5 anni non ho costruito un business a sei cifre, non sto spaccando, il traffico sui miei siti non è server crashing – solo per usare alcuni modo di dire usati da chi ‘fa soldi online’.

Non sono qui a raccontare come fare soldi o i segreti per avere successo. Voglio solo condividere con te cinque lezioni che ho imparato durante questo giro sulle montagne russe chiamato ‘creare un business online’.

Grazie a Giulio Gaudiano, mio mentor e compagno di digital mastermind, per aver letto l’articolo all’interno del suo podcast. Trovi la versione audio qui:

1. Le Persone sono la cosa più Importante

Quando si lavora per se stessi l’importante sono… gli altri. Sì, lavorare online, senza contatti umani diretti, in un primo momento mi ha dato l’idea -sbagliata- che contassero solo internet ed i numeri.

Ma la realtà è che contano solo le persone, ed ecco il perchè:

1.1. Un business è uno scambio tra due persone

Lavorando online è facile farsi accecare dal numero di visitatori, followers, iscritti alla newsletter, ‘mi piace’, engagment, tasso di apertura, percentuale di click, tasso di ritorno, frequenza di rimbalzo, tempo sulla pagina, tasso di conversione, etc.

Ma dietro ad ognuna di queste azioni, ci sono uomini e donne reali con i loro bisogni ed emozioni (a meno che sei su Instagram, allora sono degli account fake!).

Alla fine ogni accordo commerciale è fatto da due persone: il fornitore ed il cliente.

Ho sperimentato questa semplice verità nei vari viaggi che ho fatto a giro per il mondo.
Quando stai comprando qualcosa da un venditore in una bancarella per le strade di una nazione lontana, senza neppure parlare la stessa lingua, stai facendo del business con lui.
Negozi il prezzo, raggiungi un accordo.
Siete ancora due completi sconosciuti, ma state facendo business basandosi su un semplice contratto: un accordo verbale tra due persone.

Questo è come ho imparato a vedere il mio business: un accordo da onorare.
E ogni contatto, email, follower, etc. sono persone con cui creare una relazione.

1.2. Un business serve sempre ad aiutare persone

Non sto parlando di karma, spiritualismo new-age, o buonismo radical-chic. Davvero si tratta di trovare un problema e una soluzione.
E non è facile. Può richiedere davveo tanto tempo per capire come.

Quando ho iniziato la mia avventura, ho comprato alcuni siti con offerte di lavoro in paesi dell’America Latina. Mettere in contatto chi cerca lavoro con le aziende è ovviamente un modo per aiutarli, e la cosa ha funzionato decentamente.

Ma non sapevo niente sul mercato del lavoro di quei paesi, e quali problemi affrontavano i candidati.

Invece di concentrarmi su quello, mi sono concentrato su come aumentare il traffico e i guadagni. Ho messo più pubblicità sul sito, ho fatto pagare la pubblicazione dei lavori in evidenza.

Questo approccio non mi ha portato molto lontano, ed un giorno mi ha scritto la polizia Colombiana perchè c’era un annuncio di lavoro falso.

1.3. Si lavora con persone

Ho fatto i primi due anni lavorando da solo, facendo tutto io. Poi ho scoperto l’acqua calda: avevo bisogno di partner e collaboratori.
Lavorare con altre persone è stato il cambiamento più grande per me, e un passo che prima o poi tutti devono fare.

Come imprenditore, ci sono un sacco di cose di cui ci si deve occupare e da gestire. È travolgente e ho sempre la sensazione che mi sto perdendo qualcosa per strada: una sensazione di colpa che col tempo ho imparato a ignorare. Ma riuscire a scegliere le persone giuste con cui lavorare, e gestire il rapporto giorno dopo giorno, è super importante.

Mi sento di dire che appena un business inizia a girare, creare un team è la responsabilità più importante per un imprenditore… tornerò su questo punto più avanti nell’articolo.

 

2. Meglio non pensare ai Soldi

Ogni volta che ho fatto qualcosa ‘per fare soldi’ è stato un fallimento.

È stato un fallimento quando ho accettato una consulenza per l’azienda di cui ero dipendente, pensando che fossero soldi facili. È stato terribile, sono andato in Arabia Saudita ma non sono riuscito a gestire il cliente e l’intero progetto è finito in un disastro. Sapendo di aver deluso degli ex-colleghi mi ha fatto sentire un bel pirla. Tutto questo perchè l’ho fatto solo per i soldi.

Un altro esempio è quella volta che ho comprato un sito web che parlava di droni. Avevo visto che potevo fare dei bei soldi, così ho investito €14K.

Ma non sapevo niente di droni. Non mi interessavano neanche. Ne ho comprato uno. L’ho fatto svolazzare un paio di volte, andando contro ad alberi, muri, spaccando la videocamera, l’ho quasi perso in un parco. Ho odiato i droni.

Drone sull'albero - 5 lezioni
Trovi il drone?

Nel frattempo, i guadagni di quel sito continuavano a scendere.

E per forza: senza passione per i droni e pensando solo ai soldi, non poteva che essere un fallimento (da cui ho imparato delle costose lezioni, ma chiamiamo le cose col loro nome per favore!).

Alla fine ho venduto il sito per una frazione del prezzo di acquisto, e ora mio fratello ha un drone di seconda mano 🙂

Ho ascoltato moltissime storie di persone di successo (ne trovi di bellissime nel podcast Italian Indie), e posso dire che nessuno di loro l’ha fatto solo per soldi.

I soldi sono un effetto collaterale.

Qualcosa che capita quando crei valore, lavorando con passione e competenza.

A dire il vero, non mi servivano 5 anni da lavoratore ‘in proprio’ per realizzarlo. È stata la stessa cosa nella mia carriera precedente!
Non sono diventato Senior Technical Support Engineer, Senior Network Security Engineer, Professional Service Consultant, etc. perchè volevo fare soldi. Neanche per i miei ex-colleghi – anche se alcuni continuano a farlo per i soldi.

Ho pensato a lungo a questa cosa. Credo che volevo solo trovare il mio posto nella società, dimostrare che potevo essere bravo in qualcosa, di poter avere un ottimo lavoro senza essere andato all’università.

Credo che queste cose mi hanno motivato tantissimo e, di conseguenza, i soldi sono arrivati. E lavori migliori, e stipendi migliori.

Il problema è che sembra una stronzata:  abbiamo bisogno di soldi per vivere e pagare le bollette, e questo ci spinge a fare cose che non vogliamo. È un vero peccato, e ci sono passato anch’io. Nei primi mesi della mia attività facevo €200 ed ero molto nervoso.

Ho cercato di fare più soldi. Non ha funzionato. Ho cercato di capire come aiutare altri. Non riuscivo.

C’è voluto un po’, ma queste sono le lezioni che ho imparato ed alcune si capiscono solo quando le impariamo sulla nostra pelle.

 

3. Attenzione coi Libri

Quando mi avvicino ad un nuovo argomento, cerco il libro giusto. Blog e podcast sono fantastici strumenti di apprendimento, però un buon libro ti accompagna in un viaggio organizzato e di solito è più completo.

Il rischio è di continuare a leggere libri su libri e imparare tutto senza fare niente.

Ho raggiunto un punto in cui i libri mi davano tutti i suggerimenti, principi e le maledette tecniche per fare praticamente tutto. E mi sono trovato in più situazioni a dare consigli ad altre persone solo in base a quello che avevo studiato sui libri.

Ad un certo punto non ce l’ho più fatta.

Magari per te funziona, ma ormai mi conosco e devo sporcarmi le mani e imparare dalla mia esperienza.

Preferisco fare i miei errori e seguire la mia logica sbagliata, ma basta con “i passi esatti” per fare qualcosa che per sua natura non è riproducibile come il risultato di un’equazione.

Perchè un mio errore vale più di 100 libri.

 

4. Il passaparola è il marketing migliore

Ho provato Google Adwords, Facebook Ads, Instagram Ads, messaggi su podcast, comunità online private. Tutto marketing che ha più o meno funzionato.

Ma la cosa che ha funzionato meglio di tutti per me è stato il buon vecchio passaparola.

Lavori con una persona, e se va bene ti manderà un amico.
Quando dico ‘va bene’, intendo dire che ti guadagni la sua fiducia.

L’obiettivo è di guadagnare fiducia dei clienti. Non i loro soldi. Non il loro ‘grazie’. La fiducia è il legame più forte.

 

5. Da IO a NOI

Come dicevo prima, il cambiamento più grande per me è stata la creazione di un team.
Lavorare con altre persone ha risolto un grande problema che avevo nel 2014, quando ero al secondo anno di attività.

Il problema di sentirsi solo, lavorando da casa o da qualche caffè in giro per il mondo ma sempre in solitaria.

Creare un team è un passo naturale eppure richiede un importante cambiamento nel modo di pensare.

La prima persona con cui ho iniziato a lavorare è stata Valerio. È ancora il mio partner per uno dei miei progetti web, e le cose stanno andando molto bene.
Siamo simili in alcune cose e opposti in altre ma va bene così e la cosa pù importante è che c’è fiducia.

Ancora una volta, la fiducia è alla base di ogni relazione, soprattutto di lavoro.

Quando WP-OK ha iniziato a funzionare, ho dovuto creare un piccolo team. È un servizio di supporto, e per sua natura non può essere un one-man show!

C’è stato un episodio che me lo ha fatto capire bene. Stavo visitando il Myanmar (Burma) con il mio amico Mesut. Eravamo a Ngapali beach, che dicono sia stata chiamata così in onore a Napoli da un militare italiano di stazionamento tanto tempo fa.

Monaca buddista a Ngapali Beach - 5 lezioni
Monaca buddista a Ngapali Beach

Il sito web di un cliente era stato attaccato da un malware.

Dovevo ripulire solo 6 file, ma tra la connessione 3G traballante (non c’era ancora il 4G) e l’elettricità che andava e veniva, c’è voluta mezza giornata e abbastanza stress da farmi venire i capelli bianchi.

Ecco, ora sai perchè ho i capelli bianchi 😛

Comunque non c’entra. Ho creato un piccolo team per evitare queste situazioni e sono molto orgoglioso dei miei collaboratori: Giacomo Enrico in Italia, forniscono un fantastico supporto tecnico su WordPress. Lean nelle Filippine, la mia assistente virtuale (VA) che ho avuto il piacere di incontrare di persona due settimane fa a Cebu City. Adeolu e Diego, i nostri scrittori per il progetto RouterFreak. Più altri collaboratori con cui lavoro quando serve.

Un giorno della scorsa estate, qualcosa è successo.
Sono passato da IO a NOI.
In passato, quando facevo riferimento al mio business usano il NOI, mi sentivo un impostore perchè in realtà ero solo io. Non sono bravo a raccontare palle o qualcuno direbbe a fare personal branding 😉

Ma questa volta è stato diverso: era un NOI reale, geniuno!

Noi, WP-OK. Noi, RouterFreak.

È stato un passaggio importante, ma ammetto che c’è ancora taaaanto di lavoro da fare – e lezioni da imparare – su questo tema.

Per esempio, inizio ad ammirare gli imprenditori che hanno dipendenti a tempo pieno. Assumere una persona, soprattutto in Italia, è un passo enorme e di grande responsabilità…. che per ora non mi posso permettere.

 

Concludendo

Ho scritto questo articolo mentre ero in visita nelle Filippine, sono sereno e soddisfatto di quello che sto facendo ed entusiasta per quello che verrà. Rispetto ad un anno fa mi sento molto meglio dal punto di vista mentale, emotivo e di autostima… non posso chiedere altro al mio lavoro.

Questo viaggio nel mondo dell’imprenditoria è certamente su una strada tortuosa, ma è impossibile annoiarsi! 🙂

 

Ti ritrovi con le lezioni che ho imparato? Quali sono state le tue?

 

16 risposte

  1. Complimenti Daniele, hai avuto coraggio, ma anche tanta forza di volontà … un prodotto della passione.
    Anche io sono convinta che si possa iniziare da soli, ma poi si debba imparare a circondarsi di persone di fiducia a cui delegare, altrimenti è impossibile garantire un servizio ottimale si clienti.
    Ed anche io , che comunque faccio un lavoro completamente diverso dal tuo, e per definizione nasco “libero professionista/imprenditore” sono certa che alla base di ogni “contratto”, di ogni collaborazione, debba esserci la fiducia. Senza la fiducia crolla ogni castello, così anche io cerco di capire qual’è il problema del mio paziente e cosa posso fare per aiutarlo , cerco di “esserci” per lui, non torno a casa alle 20.30 per poter fare un paziente in più, rientro tardi per poter dare l’opportunità anche a chi lavora fino a tardi di avere un’Igiensita Dentale che lo aiuti a stare bene.
    Grazie per aver condiviso la tua esperienza.
    Denise

  2. Racconto illuminante, per me che sono all’inizio di questo cammino, rimanere focalizzati sulle persone che sono la chiave di tutto è una cosa che condivido in pieno.
    Complimenti per la costanza e per aver condiviso con noi anche i fallimenti durante il percorso.

  3. Concordo sul passaparola, usa però anche la versione “2.0” cioè ti fai lasciare testimonianze firmate o filmate e le metti su una landing dove spieghi la tua idea differenziante rispetto ai competitor.

  4. Daniele che dire. .. sei un grande. Ottimo articolo che fa risvegliare le cose importanti, che ci tano realmente e che non hanno prezzo sia nel business che nella vita. Il noi che si sustituisce all’io penso che premia sia nella vita privata che quella pubblica – business. Onesta e sincerità poi sono valori importanti che non vanno mai sottovalutati. Come scrivevi, prima di pensare “ai soldi” si deve pensare se il problema esposto verrà risolto oppure si sta imbrogliando. E ti garantisco che di imbroglioni nei tanti anni di lavoro che ho attraversato ne ho conosciuti molti, moltissimi ….
    Ancora un bravo per l’articolo e la sincerità nell’esposizione. Un saluto, Pietro

    1. Grazie mille Pietro per le tue parole!
      Sincerità e trasparenza sono sempre stati il mio modo di distaccarmi dai ‘fuffaroli del web’… pensa che per due anni ho pubblicato online dei report mensili con i guadagni nero su bianco.

      Grazie ancora, un saluto!

  5. Cavoli Daniele 5 consigli in 5 anni allora io dovrei farne 35!!
    1) ho iniziato troppo presto mettendomi in proprio a 18 anni e in effetti un po’ di feste giovanili me le sono perse.
    2) quando ho iniziato mi vedevano “bocia” e nel mitico nordest non tutti erano propriamente dei galantuomini.
    3) all’ inizio ero da solo e pensa che il mio ufficio era nella camera che condividevo con i miei due fratelli.
    4) la promozione non sapevo cosa fosse ma ricordo delle giornate in spiaggia a scrivere la bozza di un piccolo opuscolo sui rischi della corrente elettrica (adesso qualche guru chiamerebbe quella situazione in modo altisonante). Ho ancora qualcuno di quel libretti scritti con la macchina da scrivere, adesso che mi ci fai pensare potrei farne un aggiornamento. :-).
    5) iniziare presto mi ha permesso di capire alcune cose semplicemente perché nescevano nel mentre, ricordo alcuni miei clienti metalmeccanici che mi ringraziavano perché avevo installato loro il fax. Giorni passati a saldare connettori per le reti as400 denominati token ring. (Figurati che in una cartiera mia cliente esiste ancora un impianto di posta pneumatica e io l’ho visto funzionare).
    5) Le cose evolvono e ho cercato di stare al passo proponendo soluzioni aggiornate (per fare bella figura si dovrebbe dire evolute) in un certo senso seguirvi su imprenditori digitali o sul mitico italiaindie mi aiuta perché le evoluzioni tecnologiche arrivano da sole quelle mentali no.
    6) Condivido con tè l”importanza della sincerità è della coerenza forse per questo non sono ricco ma non ho debiti e pago i miei fornitori e dipendenti in modo puntuale.
    7) I miei dipendenti (si lì chiamo ancora così, ne ho 4 a tempo indeterminato) sono un capo saldo della mia attività.
    Basta non mi dilungo oltre buon lavoro e un saluto.
    Alessandro Valle

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