E se domani WordPress sparisse? La risposta di 11 esperti

Scopriamo la risposta a questa domanda, volutamente provocatoria, insieme a 11 esperti del settore.

Futuro di WordPress

Tabella dei contenuti

Ho sempre creduto nella specializzazione, e qui a WP-OK il focus su WordPress è da sempre il nostro punto di forza.
Nel mio (modestissimo) percorso imprenditoriale ho avuto modo di incontrare imprenditori e professionisti con progetti web dei più disparati, e regolarmente mi viene chiesto:

“E se domani WordPress sparisse?”

La domanda lascia intendere che è rischioso avere un’attività basata su una tecnologia, perché tutti sappiamo che le cose cambiano velocemente e i grandi nomi di qualche anno fa (mi vengono in mente Blackberry, ICQ, MySpace…) ora sono un ricordo che emerge quando incontri i coetanei e iniziano i discorsi da ‘ma ti ricordi…”.

La stessa domanda se la pongono molte aziende e professionisti che, pur non avendo un business interamente basato su WordPress, investono soldi e tempo su siti che hanno come motore WordPress e spesso WooCommerce.

Per trovare una risposta esaustiva e andare a fondo della questione ho coinvolto 11 esperti WordPress italiani.

Faccio una premessa: li ho scelti per il loro coinvolgimento nel mondo WordPress. So che ci sono tanti altri professionisti preparatissimi e bravissimi – non me ne vogliate 😇

Qui sotto trovi le risposte di alcuni tra i più conosciuti e apprezzati professionisti che vivono e respirano WordPress.

A loro la parola!

Laura Sacco

Support Engineer @ YOAST

Penso che se domani WordPress sparisse sarebbe perché è stato sostituito da un CMS migliore, e tutti noi saremo passati ad usare il nuovo CMS 😉

Ma al momento non la vedo come una cosa probabile, almeno nel breve tempo.

Per diversi motivi.

In primo luogo, dal 2003, WordPress è cresciuto moltissimo, non solo nel numero di utilizzatori ma soprattutto nelle funzionalità. Dalle prime versioni che erano focalizzate a rendere agevole la pubblicazione di blog, oggi è un CMS maturo che permette di gestire anche siti complessi, quali grandi ecommerce o siti di news, e con grande traffico.

È usabile anche da persone con poche o nessuna competenza di gestione e sviluppo di siti. Non uso la parola facile, perché niente è facile se non lo sai fare. Ma chiunque abbia un minimo di dimestichezza con un computer può imparare a usare WordPress e gestire il proprio sito in poco tempo.

Rispetto ad altri CMS questo è sicuramente una caratteristica che lo rende popolare e un vantaggio per la sua diffusione. Ha ampi spazi di miglioramento. Molte sono le funzionalità che possono ancora essere implementate.
E questo garantisce che finché ci sono persone che contribuiscono a svilupparlo, WordPress crescerà.

E qui veniamo a un tema a me caro: la community.

Come è noto, WordPress è un progetto Open Source, che viene portato avanti da una vastissima community distribuita in tutto il mondo.
Migliaia di persone appassionate che contribuiscono volontariamente non solo al suo sviluppo in termini di codice, ma anche che lo traducono, che gestiscono il sistema free di plugin e temi nel Repository, che preparano materiali utili nei corsi di formazione, che organizzano Meetup e WordCamp per diffondere la conoscenza (non solo relativa al CMS stesso ma a tutto ciò che è legato alla presenza online). E molto altro ancora.

Finché esisteranno queste persone, WordPress non potrà sparire. Ma se sparisse, significherebbe che i migliaia di volontari che ora contribuiscono al progetto avranno trovato un progetto Open Source migliore (o avranno contribuito a crearlo).

Nando Pappalardo

CEO @ YITH

Nando Pappalardo YITH

Prima di rispondere premetto che un simile evento lo ritengo quasi impossibile che possa succedere dall’oggi al domani. Stiamo parlando del motore che gira su quasi il 50% di tutti i siti web al mondo, qualcosa che non si era mai visto prima. Saranno necessari tanti anni per perdere una simile quota di mercato.

Quindi partendo dal presupposto che un simile evento possa avvenire solo con il tempo, chiunque si ritrova oggi a fare business con WordPress, se è una persona che segue l’andamento del mercato, vedrà con largo anticipo l’inversione di tendenza e il passaggio graduale verso una nuova tecnologia o un nuovo CMS.

Per tutti quelli che come me hanno qualche anno in più, potrebbe essere un evento per certi versi simile a quello che abbiamo vissuto nei primi anni del nuovo millennio, quando avvenne il passaggio dal CMS Joomla a WordPress. Nonostante Joomla non vantasse una penetrazione sul mercato cosí grande come quella che possiede oggi WordPress, ci fu tutto il tempo per accorgersi del cambio di tendenza.

Per rispondere alla domanda, se mi accorgersi che WordPress è destinato a sparire in un prossimo futuro, con largo anticipo inizierei a prepararmi, studiare e sviluppare/spostare il mio business sul nuovo strumento o la nuova tecnologia che sta rubando terreno a WordPress. In questo modo non correrei il rischio di farmi trovare impreparato e anzi, più veloce sarebbe il mio tempo di reazione e più aumenterebbero le possibilità di posizionarmi come leader in questa nuova nicchia di mercato che si verrebbe a creare.

Francesca Marano

WordPress core team lead @ YOAST SEO

Francesca Marano - Yoast

Prima di tutto, WordPress non sparirà. Non sono ancora spariti AS400 (1988) e COBOL (1959!), figuriamoci una tecnologia che ha solo 18 anni.

Secondo cosa intendiamo per WordPress? Certo l’interfaccia di wp-admin, ma alla fine della fiera per me quello che conta è lo stack e la sua portabilità.
PHP è un altro dinosauro che pare deciso a non estinguersi, quindi se domani WordPress sparisse potrei comunque usare i dati e, in modo un po’ macchinoso certo, portarli su un’altra piattaforma. Quindi, mi raccomando, backup di file e database.

Terzo: WordPress al momento è too big to fail, [ndr: troppo grande per fallire] una benedizione e una maledizione contemporaneamente.

Qualche mese fa, WPEngine ha stimato un valore del settore di quasi 600 miliardi di dollari. I numeri parlano chiaro: la crescita di WordPress è stabile. Inoltre, WordPress è un CMS open-source. Se anche tutte i contributor sponsorizzati di una compagnia X dovessero lasciare il progetto oggi stesso, questo non sparirebbe in un giorno. Certo, ci vorrebbe un po’ di tempo per riadattarsi e ripartire con lo sviluppo, ma il codice sorgente resterebbe comunque a disposizione di tutti.

Il vero rischio di WordPress, a mio avviso, è di diventare l’AS400 del ventunesimo secolo: sistemi condannati al Purgatorio dantesco. Anzi, all’Antipurgatorio. WordPress lo colloco nella Valletta dei Principi, perché aspetta sempre l’ultimo momento per pentirsi. Tradotto in tecnologia: gli ultimi ad abbandonare versioni obsolete di browser, PHP e compagnia bella in nome della retro-compatibilità. Che non va sottovalutata, perché l’1% di WordPress cuba parecchio nel web. Una responsabilità non da poco.

Insomma, WordPress inteso come WordPress Core non sparirà domani, forse non sparirà mai. La vera battaglia si svolgerà su quale WordPress usare. Le compagnie di hosting stanno creando da anni nuovi percorsi di user onboarding che spesso portano a interfacce wp-admin modificate per integrare e evidenziare servizi scelti dal fornitore. Allo stesso tempo, Gutenberg, l’editor nativo a blocchi di WordPress Core deve vedersela con una serie di page builder che hanno una maggiore maturità, grazie alle risorse impiegate. Primo tra tutti Elementor.

Detto questo, il cambiamento climatico potrebbe anche cancellare il mondo, quindi WordPress è l’ultimo dei nostri problemi: in caso di catastrofe nucleare, scarafaggi e HTML comunque sopravviveranno 😉

Rodolfo Melogli

Founder @ Business Bloomer

Rodolfo Melogli - Businessbloomer

“E se domani…”

Prima di tutto, è giusto farsi delle domande, sempre. Ma basare la propria vita sui “e se domani…” non è cosa che fa per me. I madrelingua inglesi direbbero “it’s not my cup of tea”.

Secondo, supponiamo che domani WordPress, WooCommerce e tutti i prodotti Automattic siano ceduti a un competitor per triliardi di dollari. E che il competitor decida di distruggerli. Abbastanza improbabile. Impossibile. O quasi.

La forza di WordPress non sta solo nella sua enorme diffusione, ma anche e soprattutto nella community che ci gira attorno (Magento, Drupal e co. sono piccole nicchie con piccole communities). E’ anche il motivo per cui WordPress non può morire (mentre gli altri potrebbero tranquillamente farlo, e molto presto).

Certo, nella vita nulla è impossibile; allora la risposta sorge spontanea: “morto un papa, se ne fa un altro”.

Anzi, non c’è bisogno di farne altri: basta copiare il codice pubblicamente disponibile online (“Open Source”), cambiare nome (“WordTress”, da fortress, fortezza, lol) e continuare ad usarlo. Per esempio, quando WordPress lanciò Gutenberg, nacque ClassicPress, proprio una “fork” di WordPress per chi era talmente arrabbiato di tale rivoluzione e che preferiva utilizzare un CMS block-free…

Senza WordPress, dunque, ci sarebbe un altro WordPress. Quindi non cambierebbe nulla. Imprenditori e professionisti passerebbero da un software all’altro senza problemi. Trattasi sempre di PHP, CSS, JS e HTML in fin dei conti.

Per quanto mi riguarda, senza WordPress non esisterei (e specialmente WooCommerce). Sarei un qualsiasi impiegato a Facebook o Google (sorry!) da qualche parte in Europa, quindi mi ritengo piuttosto fortunato. Lavoro da “casa” da 11 anni e ho un ritmo di lavoro abbastanza flessibile, ma i primi anni ho davvero faticato per trovare una nicchia che mi calzasse a pennello.

“E se domani WordPress sparisse”, me ne farò una ragione e inizierò a studiare il prossimo software. La stessa cosa varrà quando, forse un giorno, abbandonerò il mondo WordPress (non si sa mai, giusto?).

Sono curiosissimo di far passare 10-15 anni e rivedere questo post per capire come sono andate le cose!

Simone Baldassin

Full stack developer, docente di Web design, consulente e YouTuber @ Simone Baldassin

Simone Baldassin esperto WordPress

L’evoluzione e la diffusione che WordPress ha avuto negli ultimi anni non porta a pensare che al momento ci sia la possibilità che la piattaforma giunga alla fine del suo ciclo di vita. C’è un indotto importante che gira attorno al CMS, senza contare il quantitativo industriale di community a supporto nonché di professionisti che abitualmente lo utilizzano per fornire un servizio.

Di fatto però, quando ai corsi che tengo mi chiedono se penso che Facebook, ad esempio, possa morire, sono solito rispondere che, per capire come una piattaforma cosi importante possa fallire, bisognerebbe chiedere a quelli di Myspace o Google+, quindi, in effetti, tutto è possibile.

Ho iniziato a lavorare con WordPress solamente 6 anni fa, le richieste erano sempre più numerose e, non utilizzarlo, mi stava portando fuori mercato, fino a prima utilizzavo un mio CMS custom. L’ipotetica sparizione di WordPress potrebbe riportare in auge la necessità di formarsi e imparare i linguaggi più comuni, cosa che taglierebbe le gambe agli improvvisati che oggi hanno comunque i mezzi per fornire un (spesso pessimo) servizio.

D’altro canto sono propenso a pensare che, i costi di mantenimento di una struttura proprietaria, la diffusa mancanza di competenze e l’abitudine che abbiamo fatto a lavorare in un certo modo, ci porterebbero più probabilmente a puntare ad altri CMS, primo tra tutti mi viene in mente Drupal che ha delle discrete verosimiglianze con WordPress.

Sicuramente la sparizione di WordPress creerebbe scalpore e disagi nell’ambiente, ma fare un sito non è solo caricare un tema e riempirlo, lo sappiamo, sono moltissime le cose da mettere sul piatto per creare un sito a norma e che converta, seguendo quindi il principio che “non è mai il mezzo ma l’uso che ne viene fatto” direi che sarebbe un problema solamente per un tot di fruitori, quelli che han le mani in pasta e sanno fare il loro lavoro, si reinventerebbero facendo da traino per tutti gli altri.

Eugenio Petullà

Founder / Developer @ Codeat

Eugenio Petullà - esperto WordPress

Per noi sviluppatori di plugin si tratterebbe di migrare verso la piattaforma che lo sostiutirà, qualsiasi sia il linguaggio e lo stack tecnologico. Se vendi un prodotto valido che risponde ad una domanda non è impossibile migrare verso altre tecnologie, nello sviluppo succede di continuo e l’utenza spesso neanche se ne accorge.

Altro discorso riguarda invece i piccoli sviluppatori ed i publisher indipendenti (blogger, giornalisti, attivisti, etc) che si vedrebbero sicuramente privati di uno strumento che attualmente presenta ZERO barriere d’ingresso e una knowledge base libera e condivisa praticamente illimitata.

Personalmente sarebbe una gran bella sorpresa vederlo sparire, credo che finchè non arriverà un altro software con le stesse finalità, con una curva di apprendimento altrettanto bassa ed una community affiatata sarà praticamente impossibile “sbarazzarcene”.

Volendo però speculare sul possibile scenario in cui WordPress fallisce la sua opera di “democratizzazione del web publishing” (https://it.wordpress.org/about/) mi viene subito da pensare alla marea di siti e portali realizzati con questa tecnologia che avranno comunque bisogno di aggiornamenti e patch, un mercato ancora troppo grande per essere abbandonato. Difficile non prevedere la nascita di una realtà (commerciale o meno) che si occuperebbe di portarne avanti lo sviluppo e il conseguente business.

Stiamo parlando di 455 milioni di siti WordPress al mondo, un software tradotto in 64 lingue, con una utenza molto affiatata che porta 2.9 milioni di ricerche mensili su Google.

Si, hai letto bene, ci sono sei zeri dopo il quattrocentocinquantacinque!

Qualsiasi investitore al mondo farebbe follie per finanziare e portare avanti un progetto con questi numeri.

Bonaventura Di Bello

Owner @ MediaMagic

Bonaventura di Bello

La sparizione di un CMS affermato e diffuso come WordPress, oltre che della corrispondente piattaforma di pubblicazione online, è un evento davvero improbabile, anche perché la sua ‘sparizione’ potrebbe, se causata per esempio dalla decisione del team di sviluppo ufficiale di abbandonare il progetto, dare origine a un suo ‘derivato‘ portato avanti in maniera ‘non ufficiale’ da alcuni membri del team o da altri sviluppatori, seguendo quella tendenza già evidenziata dai cosiddetti ‘fork’, o versioni ‘derivate’ e alternative del CMS già in circolazione da tempo. 

Un evento simile avrebbe più che altro una ripercussione sull’ecosistema che WordPress stesso ha generato e alimenta da sempre, fatto di servizi (hosting, soprattutto quello ‘managed’, ma non solo) e codice di supporto come i temi e i plugin.

I parametri di riferimento che oggi tengono a bada l’insorgere di un ‘caos’ come quello visto in passato per il CMS Joomla! riguardo ai contributi di terze parti andrebbero a cadere generando un Far West che sicuramente non renderebbe meno sereno il lavoro di utenti comuni e professionisti del settore.

Personalmente sono abituato a veder sorgere e tramontare grandi e affermate realtà informatiche, un processo che ha sicuramente subìto un’accelerazione con l’avvento della Rete, e so che ci sarà sempre qualcuno pronto ad ‘approfittare’ di un momento di vuoto, temporaneo o definitivo, per entrare in gioco e proporre la sua alternativa.

Là fuori potrebbe già esserci un candidato a sostituire il WordPress che conosciamo da anni, e che aspetta solo di vederlo scomparire o cedere terreno per presentarsi, magari, con una veste più accattivante e un’offerta più agguerrita rispetto a quelle che eventualmente lo caratterizzano al momento.

A questo punto voglio amplificare provocatoriamente la domanda iniziale: e se domani WordPress sparisse perché viene a mancare una o più delle sue tecnologie ‘fondanti’?
Per esempio, cosa accadrebbe se il linguaggio PHP venisse sostituito da qualcosa di totalmente diverso e più potente al punto da renderlo obsoleto?
Può sembrare un’ipotesi distopica, ma le tecnologie nei decenni sono nate e morte, e anche se l’onnipresenza di un linguaggio come il PHP parrebbe rendere arduo immaginarne la sparizione, un evento del genere toglierebbe a WordPress le fondamenta su cui il CMS si basa, costringendo i suoi sviluppatori a ricrearlo, magari, seguendo nuovi paradigmi di programmazione, eventualità che potrebbe non verificarsi qualora non sussistesse un sufficiente grado di interesse a riguardo.

Ma torniamo alla domanda iniziale? La ‘sparizione’ di WordPress potrebbe lasciare più ampio spazio a piattaforme ‘punta e clicca’ per il Web come quelle che già si pongono come sua alternativa?

Sicuramente, e questa sarebbe l’ipotesi a sfavore dei professionisti e a favore degli utenti finali. Ma potrebbe anche riportare in auge uno sistema di sviluppo dei siti Web basato maggiormente sul ‘coding’, il che giocherebbe a favore dei professionisti e ‘sterminerebbe’ la folta platea dei webmaster improvvisati.

Andrea Marchetti

Designer & Developer @ Marchetti Design

Andrea Marchetti - esperto WordPress

Torneremmo tutti a zappare (Scherzo… ma non troppo).

Ci sarebbe un bel po’ di lavoro da fare ripartendo quasi da zero con un altro CMS (o simili) che possibilmente ha già una community e non è super complesso da utilizzare.

Non me ne vengono in mente molti.

Ci sono alternative a WP sicuramente degne di nota ma nessuna ha la potenza della community WP che è semplicemente incredibile.
C’è un problema es. la GDPR? una settimana dopo c’è un plugin che ti aiuta a metterti a norma, devi contingentare gli ingressi a un evento? con pochi click e un ora di setup puoi adattare un plugin (se hai le competenze hemm… mai dimenticare quelle) e hai una sistema pronto a vendere biglietti.

Se non ci fosse più WordPress questi risultati sarebbero molto più difficili e costosi da ottenere, chi ha delle competenze solide sicuramente troverebbe un modo di realizzarle ma ci sarebbe una marea di lavoro in più da fare, WordPress ci ha abituato bene e spesso dimentichiamo di dirgli grazie.

Grazie a WP vuol dire grazie a tutte le persone che stanno dietro a WP. Grazie alle persone che organizzano i Meetup, che traducono la documentazione, che sviluppano che danno supporto, ha dimenticavo tutto questo gratuitamente.

WordPress ha riunito sotto i suoli valori persone veramente in gamba che condividono il proprio sapere e si divertono insieme ai WordCamp e ai MeetUp, grazie a questo incontri si cresce tantissimo. Ho avuto la fortuna di provare sulla mia pelle questa esperienza sia da spettatore che da speaker, la carica e la crescita che da un WordCamp è incredibile torni a casa e studi per 10 giorni di fila tutto il giorno.

Mi sa che sono andato un pò off-topic ma questo è quello che penso, se non ci fosse WordPress il mondo purtroppo sarebbe un posto peggiore, WordPress da passione, gioia e ogni tanto gatte da pelare a molte persone, senza WP molti di queste persone farebbero altro e non si conoscerebbero.

Quindi supportiamo WP! Andiamo agli eventi ed entriamo a far parte della community!

A proposito ci sarà il WordCamp Italia Online il 23/23 Ottobre ci se vede li!

Enrico Battocchi

Senior developer @ Yoast

È una domanda che come molti ragionamenti per assurdo ci permette di fare considerazioni decisamente interessanti e fuori da certi triti adagi.

Ad esempio: quante volte ci troviamo a ripetere l’elenco dei vantaggi di una scelta open source rispetto a soluzioni proprietarie, libera cioè dai capricci di una sola azienda? Però solo in pochissimi casi ci troviamo davanti a qualcosa che è diventato too big to fail, troppo importante e fondamentale nello scenario ecologico del Web anni ‘20 per scomparire in una nuvola. WordPress ha ormai raggiunto questo status, con una crescita e una pervasività impressionante.

Un ruolo che condivide da una parte — quella delle tecnologie “visibili all’utente” — con i grandi marchi (Google, Facebook, Apple…) da cui ovviamente si discosta per il modello non centralizzato; e dall’altra con il substrato di strumenti più strettamente tecnici su cui WordPress stesso si basa: Linux, Apache, MySQL, PHP: tutti progetti che hanno superato il quarto di secolo.

Può darci, questo confronto, un’idea sulla durabilità di WordPress? Difficile dirlo: penso comunque che ci possa indicare che guardiamo a orizzonti temporali verosimilmente più lunghi di quelli che sono i naturali cicli di vita della maggior parte dei siti in ambito business. In altre parole, molto difficilmente chi ha ora un sito su WordPress si troverà in futuro a doverlo migrare su un altro CMS per decadenza di WP — molto probabilmente accadrà per evoluzione del sito, o per vicende aziendali “esterne”…

Possiamo chiederci, per approfondire: quali potrebbero essere i motivi di un declino di WordPress? Tendo a pensare che potrebbe succedere nel caso in cui non rispondesse più alle esigenze degli utenti (effettivi e potenziali). Questo può accadere, ad esempio, perché le esigenze cambiano: cosa difficile da prevedere — e se ne fossi in grado correrei a creare il prossimo CMS di maggior successo al mondo 🙂

Oppure potrebbe accadere se WordPress cominciasse a fallire in quel ruolo di accompagnamento, ma anche di anticipazione, che finora ha avuto. In quel caso, a parte l’ovvia possibilità di fork [ndr: un nuovo progetto che parte dal codice di WordPress], è molto probabile che si affaccerebbe all’orizzonte qualcosa di molto simile, almeno quanto a esperienza utente, estensibilità, requisiti, che non comporti quindi costi elevati di adattamento, ma che magari presenti un più ridotto debito tecnico.

Una sorta di WordPress reloaded, magari anche relativamente compatibile? Ma qui finiscono le ipotesi e comincia la divinazione.

Luca Sartoni

Protector of the Asyncronicity @ Automattic

Luc Sartoni - Automattic

Partendo dalla premessa che qualunque progetto di Software Libero (come WordPress) non può sparire per il semplice fatto che chiunque può averne conservata una copia e ripubblicarlo, rispondo in modo fantasioso ad una domanda ipotetica.

Se domani WordPress fosse sparito da tutti i server del mondo, e non ce ne fosse più traccia alcuna, ci sarebbe un bel putiferio online. Il 40% dei siti mondiali sarebbe irraggiungibile. Milioni di pubblicazioni esisterebbero solo nelle copie di backup, o negli archivi.

La comunità di sviluppo sarebbe ancora esistente però, e vista la sua dimensione (diverse di migliaia di persone), nel giro di qualche settimana di tempo ci sarebbe certamente una riscrittura del codice e forse in tre/quattro mesi ci sarebbe un altro WordPress. Forse con un nome diverso, ma sempre lo stesso nello spirito.

Chi avesse una copia di backup del proprio sito (per esempio su Jetpack Backup), dovrebbe solo ripristinarla, e dato che il contenuto é conservato con standard aperti, verrebbe reso immediatamente disponibile al nuovo sistema software completamente riscritto da zero.

Ripensando alla domanda, mi accorgo che in verità non è per niente ipotetica. La probabilità che domani la propria installazione di WordPress sia sparita a causa di un problema del proprio gestore di hosting non è nulla, anzi è ben presente. Per questo è importante avere installato sempre una soluzione di backup, e controllare regolarmente che sia correttamente in grado di ripristinare il contenuto del nostro sito WordPress.
Quando hai fatto l’ultima prova di recupero? beh io andrei subito a verificare, metti che domani WordPress sia sparito veramente…

Margherita Pelonara

Web Designer & WordCamp team @ MargheritaPelonara

Margherita Pelonara - esperta WordPress

Questa non è una domanda ma un incubo surreale adatto per la trama di un film apocalittico, pieno di effetti speciali! Spoiler: WordPress non sparirà, e semmai, non all’improvviso.

Se sparisse WordPress all’improvviso, circa 455 milioni di siti internet sarebbero nei guai. Capisci? 455 milioni di siti. Scrivilo 455, seguito da 6 zeri: un numero che, verosimilmente, nei prossimi anni raggiungerà cifre a 10 zeri! Più o meno il 40% dei siti dell’Internet, oltre il 64% di quelli sviluppati su di un CMS, verrebbero impattati da questa assai ipotetica sparizione. E fra questi, moltissimi sarebbero siti di brand internazionali come Sony, Walt Disney, BBC, ecc… Stiamo parlando di un sistema che conta circa 70 milioni di post pubblicati al mese, globalmente. 400 milioni di persone visitano almeno un sito WordPress al mese! E ovviamente esiste tutta “un’intera filiera” che gira intorno: penso agli hosting, le software house e gli sviluppatori di plugin o temi grafici, oltre ai professionisti che offrono servizi basati su WordPress. Non penso che aspetteremmo a braccia conserte!

Qualcuno potrebbe obiettare che un sito può essere sostituito da un’app (per esempio): mi sento di rispondere che mantenere un’app è ancora assai più oneroso che mantenere un sito WordPress, responsive, ben progettato e ottimizzato. Oppure che ci sono altri CMS ugualmente performanti o user-friendly: potremmo anche discuterne, ma o sono sistemi comunque proprietari (cioè “appesi” alle volontà di un CEO o di un AD) e a pagamento, meno “sostenibili” di WordPress, oppure richiedono competenze assai superiori da renderli poco adatti agli aggiornamenti fatti dal non-sviluppatore.

La verità è che WordPress è un progetto talmente collettivo che potrebbe solo evolvere, migliorare verso quel “democratize publishing” dichiarato nella mission (https://wordpress.org/about/), ed è ciò che sta accadendo da qualche anno a questa parte, forse un po’ più rapidamente che in passato. Il nuovo editor Gutenberg è stato davvero fondamentale per fare un bel balzo in avanti.

La vera forza di WordPress è la community di volontari che contribuiscono al progetto open source: se WordPress è quello che è, non lo si deve ad un unico CEO particolarmente visionario che ha saputo fare ottimi investimenti. WordPress è WordPress grazie alla community e finché non partecipi almeno una volta ad un meetup, ad un Contributor Day, ad un Translation Day o meglio ancora ad un WordCamp, non lo comprendi fino in fondo: lo scorso maggio WordPress ha compiuto 18 anni. Sono 18 anni che un popolo intero di volontari ha dedicato un po’ del loro tempo al servizio del progetto, ciascuno con le proprie competenze e possibilità.

Io ho capito due cose frequentando la community. La prima è che tutti hanno qualcosa da insegnare e tutti hanno qualcosa da imparare, in una virtuosissima circolazione di idee e saperi. La seconda è che tutti possono aiutare a fare qualcosa, anche se piccolo, restituendo agli altri quel che WordPress quotidianamente ci offre per raggiungere i nostri obiettivi.

E finché ci sarà la community, WordPress non sparirà, ne sono certa. Finché c’è community, c’è speranza.

Concludendo

Abbiamo letto l’opinione di diversi esperti WordPress italiani. Hanno risposto alla mia domanda, volutamente un po’ provocatoria e generica, con il loro punto di vista e la loro esperienza.

Per concludere, riassumo le cinque lezioni che mi porto a casa da queste risposte:

  1. WordPress non è un software, ma una community di persone che nessuna azienda o investitore può fermare.
  2. WordPress è troppo grande per sparire. Potrebbe tramontare lentamente, ma ci vorrebbero anni.
  3. WordPress è software libero (open source): chiunque può farne una copia (fork) e creare un nuovo progetto.
  4. Conseguenza del punto 3: WordPress non può sparire, ma potrebbe nascere un nuovo WordPress in qualunque momento!
  5. WordPress non può sparire domani, ma il tuo sito WordPress sì! Ricordati di avere una buona strategia di backup 🙂

Un mega-grazie agli esperti che hanno partecipato a questo expert roundup 💣

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Daniele Besana

Fondatore di WP-OK e imprenditore digitale. Racconto il mio viaggio imprenditoriale nel podcast Diario Di Due Imprenditori Digitali.

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