L’accessibilità non è solo un aspetto tecnico o una conformità normativa, ma un valore universale che dovrebbe guidare ogni fase della progettazione digitale. A dirlo è Elena Brescacin, Accessibility Consultant presso Tangiti, una divisione di NTT Data. Con oltre vent’anni di esperienza nel settore, Elena ha trasformato la sua passione per l’accessibilità in una missione per rendere il web un luogo inclusivo per tutti.
L’Accessibilità è Accoglienza
Elena non ha dubbi: “L’accessibilità dovrebbe essere un valore universale, un diritto umano, come mangiare o bere. È una cosa essenziale.” Questo concetto va oltre le disabilità visive, motorie o cognitive: si tratta di garantire che ogni persona, indipendentemente dalla situazione, possa accedere alle informazioni in modo rapido ed efficace.
Un esempio illuminante riguarda l’uso del linguaggio: “Bisognerebbe evitare i 1200 inglesismi inutili, soprattutto nelle pagine informative. Non stai parlando di codice o programmazione, ma di informazioni che devono essere comprensibili a tutti.”
L’accessibilità è quindi accoglienza e comunicazione chiara, ed Elena lo sottolinea con forza: “L’accessibilità non è comfort capriccioso, ma una forma di accoglienza. È progettare pensando a tutti.”
L’importanza del Design Accessibile
Un altro aspetto cruciale è il ruolo del design, che deve includere l’accessibilità fin dalle prime fasi della progettazione. “Se un distributore automatico è progettato con il cassetto dei prodotti troppo basso, una persona deve abbassarsi in modo scomodo o imbarazzante. Questo non riguarda solo la disabilità, ma il comfort universale,” spiega Elena.
Progettare con accessibilità significa creare soluzioni che funzionano per tutti, senza lasciare nessuno indietro. Questo concetto è racchiuso nel principio: “Accessibilità by Design”, ovvero partire dalla progettazione per eliminare le barriere.
WordPress e l’Accessibilità
Elena ha un legame profondo con WordPress, una piattaforma che ha visto crescere nel tempo, soprattutto dal punto di vista dell’accessibilità. Se inizialmente l’esperienza con gli editor visuali era frustrante, l’introduzione di strumenti come Gutenberg ha rappresentato una svolta. “Con Gutenberg, posso creare contenuti, spostarli e modificarli direttamente da tastiera. Non devo più fare copia e incolla dal codice. È un passo avanti enorme.”
Nonostante i progressi, ci sono ancora sfide da affrontare. “WordPress è migliorato molto, ma ci sono regressioni, come quelle introdotte da Gutenberg 19.2. Dobbiamo lavorare insieme come community per risolvere questi problemi.”
Elena sottolinea inoltre che l’accessibilità non deve riguardare solo l’utente finale, ma anche chi gestisce i contenuti: “Si fa molta attenzione all’accessibilità per l’utenza, ma non per il creatore. È qui che entra in gioco l’importanza delle Authoring Tool Accessibility Guidelines (ATAG), per garantire interfacce accessibili anche a chi lavora dietro le quinte.”
Le Normative Europee del 2025
Con l’avvicinarsi delle nuove normative europee sull’accessibilità digitale, Elena esprime un misto di speranza e preoccupazione. “Finalmente ci sono norme, ma manca una formazione adeguata. Le aziende spesso scelgono scorciatoie come gli overlay, strumenti che promettono accessibilità con un algoritmo, ma finiscono per creare più problemi che soluzioni.”
Secondo Elena, queste normative devono essere accompagnate da un investimento significativo nella formazione: “Le linee guida devono essere più accessibili anche per chi le applica. Non si può continuare a vedere l’accessibilità come un obbligo per evitare multe, ma come un’opportunità per includere tutti.”
Niente su di Noi Senza di Noi
Un principio che Elena ritiene essenziale è il coinvolgimento diretto delle persone interessate: “Non puoi parlare delle donne senza coinvolgere le donne. Non puoi decidere sull’accessibilità senza ascoltare le persone con disabilità. Questo è il cuore del principio: ‘Niente su di noi senza di noi.’”
Questo approccio dovrebbe essere adottato non solo a livello normativo, ma anche nelle community digitali. Elena, ad esempio, collabora con il network Underrepresented in Tech per aumentare la rappresentanza delle persone con disabilità nel settore tecnologico.
L’intervento di Elena Brescacin è un invito a riflettere sull’accessibilità come diritto umano e necessità universale. Non si tratta solo di rispettare normative, ma di abbracciare una visione che renda il mondo digitale accogliente per tutti. Come ha sottolineato: “Non vogliamo essere trattati come un favore. Siamo clienti che pagano un servizio e abbiamo diritto a ottenerlo come si deve.”
L’accessibilità è un viaggio condiviso, dove la collaborazione tra sviluppatori, designer e utenti è la chiave per un futuro più inclusivo.
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